mercoledì 20 dicembre 2017

IL MIO FUTURO



La società in cui viviamo è profondamente interessata all’apparenza e all’esteriorità: siamo “bombardati” continuamente da immagini, le quali, senza che ce ne accorgiamo, ci impongono modelli, che siamo stimolati a raggiungere ed emulare. Purtroppo per valorizzare così tanto la nostra immagine esteriore, finiamo per tralasciare aspetti fondamentali dell’individuo, quali la personalità, le qualità intellettive, i pregi caratteriali.

A ciò si aggiunge il fatto che i giovani di oggi vengono sempre più “preservati”, protetti, dalle famiglie ma anche dalla società in generale: tendono ad essere sottovalutati quelli che possono essere i reali problemi con cui noi giovani dovremo confrontarci, si tende a posticiparli o rinviarli usando la scusa del “ma tu sei giovane, non pensare a questo” e si limita così il pensiero dell’adolescente che cresce, naturalmente ponendosi dubbi sul domani che, soprattutto nel nostro paese e in questo periodo storico, non appare così roseo.

Per quanto riguarda la scuola, il luogo in cui ci si prepara al futuro, mi sento di dire che andrebbe apportato al più presto un rinnovamento, ma non nell’ambito dei docenti o dei programmi, proprio nel senso strutturale! Capita spesso, infatti, di sentire notizie poco rassicuranti sulle condizioni strutturali degli edifici scolastici italiani, ma non solo: sono profondamente convinto che il nostro paese debba ripartire da ciò, che l’amministrazione pubblica debba agire più concretamente, cercando di concentrare i propri fondi sulla costruzione di ospedali più adatti alle nuove tecnologie e i nuovi metodi di cura, ma anche di scuole dove gli alunni siano in grado di sviluppare conoscenze in campi diversi, con nuovi laboratori e ambienti adatti ad ogni tipo di indirizzo scolastico. Una volta pensato alla sicurezza, non bisogna però dimenticare che, nelle scuole si “costruiscono” i futuri cittadini. A questo proposito, sostengo che l’impegno debba provenire soprattutto da noi studenti, perché dobbiamo sforzarci di capire che ciò che ci viene insegnato all’interno delle scuole, servirà per il nostro avvenire di persone e di lavoratori, ma soprattutto per aprire la nostra mente alla ragione, cercando di evitare la chiusura mentale e i luoghi comuni.

Come ho scritto in apertura di queste mie considerazioni, il ”male” della nostra società sono quei programmi televisivi che ci danno l’idea di dover apparire in un determinato modo, mentre ciò che conta davvero è soltanto  essere se stessi, liberare la nostra personalità e non farci scoraggiare dalle delusioni o dal fallimento, che può benissimo arrivare, perché in fondo la nostra vita è fatta di fallimenti. Sapersi rialzare, riprendere il percorso è l’unico modo per andare avanti, consapevoli che un duro lavoro e una grande passione portano al raggiungimento di un obbiettivo o, ancora meglio, di un sogno. Io vedo intorno a me molte persone che non sono realmente libere, perché si vincolano da sole ad essere ciò che gli altri vogliono e si aspettano che sia; dal mio punto di vista ho imparato invece che non devo avere paura di rivelare chi sono e in cosa credo, come ad esempio in campo religioso.

Un punto molto interessante - tema di discussione anche polemica in questi giorni, a livello nazionale - sul quale vorrei soffermarmi prima di concludere queste mie riflessioni sul nostro futuro, è l’alternanza scuola-lavoro che nei diversi indirizzi di studio è messa in atto in modi vari. A mio parere, nei licei le ore di alternanza non vengono sfruttate nel modo più adeguato, portando spesso gli studenti – forse con ragione - a lamentarsi dell’inutilità di queste ore, mentre nel caso degli istituti tecnici e professionali, per mia esperienza l’alternanza è una grande opportunità per iniziare a pianificare il proprio futuro, a partire dalla base economica che un certo lavoro ci potrà offrire, ma soprattutto per cercare di capire a quale tipo di impiego ci sentiamo più adatti, magari stravolgendo anche i piani che un adolescente ha già formulato, ma che in realtà sono in continua evoluzione.

Concludo dicendo che la mia visione del futuro è buona in questo momento, non tanto per la società in cui vivo, perché a mio parere ha bisogno di un gran cambiamento che deve partire proprio da noi giovani, quanto invece per il mio personale futuro, perché ho fiducia nelle mie capacità e pur non avendo ben chiaro quali siano i miei piani dopo la scuola superiore, so che potrò riuscire a fare qualsiasi cosa deciderò di intraprendere, mettendoci impegno, affrontando anche sacrifici, per raggiungere un futuro migliore, continuando ad inseguire i miei sogni, che saranno in continuo sviluppo.      
Filippo Tassistro, IV E tur 

Nessun commento:

Posta un commento

Scrivi qui il tuo commento: sarà pubblicato dopo la moderazione.